Tab Article
L'opera prima di Anna Salvini è una buona notizia per la poesia contemporanea; segna l'ingresso di una voce matura e tagliente, riconoscibile, nel "polifonico" universo poetico di oggi. Come scrive Gianni Montieri nella prefazione "per scrivere poesia, ma per scrivere in generale, bisogna saper andare dentro le cose, sotto le cose, saper guardare il tappeto, il retro del tappeto e quello che c'è sotto il tappeto. Quello che ci abbiamo nascosto noi e quello che altri hanno lasciato. L'azione che mi viene in mente è quella di scavare la terra a mani nude, per sporcarsele, naturalmente, ma anche per portare in superficie. Anna Salvini con Calma apparente fa innanzitutto questo: scava. Salvini, però, ed è per questo che scrive poesie, restituisce al lettore l'idea di aver scavato, mostra la profondità dell'aver toccato la terra ma non ha bisogno di indicare dove, come e perché lo abbia fatto. Salvini lascia spazio alle nostre sensazioni: leggiamo lei e troviamo qualcosa di quello che è capitato a noi. Calma apparente è il primo libro di Anna Salvini ma faccio fatica a considerarla un'opera prima, queste poesie vengono da molto lontano".